Cari connazionali,
Abbiamo il piacere di informarvi che in data 13 giugno 2020 il Comites Wellington ha inoltrato lo studio svolto in relazione all’ Accordo di Sicurezza Sociale Italia-Nuova Zelanda, coordinato dal consigliere del Comitato Emilio Festa, e dal consulente Dr Carlo Tondelli, all’Ambasciata e ai nostri rappresentanti eletti all'estero perché avviino il dialogo tra i due Governi. Potete trovare la storia di questo progetto del ComItEs Wellington sulla nostra pagina Sicurezza Sociale, e consultare il “position paper” in italiano Comites Wellington - Progetto Sicurezza Sociale Obiettivi e linee guida per la stesura di una versione aggiornata dell’Accordo tra Italia e Nuova Zelanda, e la versione in inglese Comites Wellington – Social Security Project Targets and guidelines for a possible new Social Security Agreement between Italy and New Zealand . In aggiunta al “position paper” è stato creato un Vademecum Pensioni: Trasferirsi dall’Italia alla Nuova Zelanda - Cosa c’è da sapere in fatto di pensioni. Il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE) stima che nei prossimi 3 – 4 mesi ci saranno circa 100.000 rientri in Italia da tutto il mondo, in una composizione per paese analoga a quella rilevabile dai dati Istat di espatri degli ultimi 3 anni. Nella fattispecie la stima fatta dal CGIE è basata sulla possibilità che vi sia una maggiore propensione al rientro da parte dei connazionali di più recente emigrazione trasferitesi negli ultimi 3-5 anni e non ancora definitivamente integrati nel tessuto socioculturale dei paesi di arrivo.
Nella proposta di reddito d'emergenza spedita alla Farnesina, Michele Schiavone, presidente del CGIE aggiunge che: "un freno di contenimento al rientro forzato di nostri connazionali può essere esercitato con la maggiorazione di fondi utilizzati dal ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, (quest’anno dotato di 6 milioni di euro) per “l’assistenza diretta e indiretta” ai nostri connazionali indigenti e in difficoltà, utilizzato dai consolati italiani per comprovati casi di necessità. Un’attenzione di questa natura costituirebbe un riconoscimento all’impegno che i Comites, le associazioni italiane e il CGIE hanno messo in campo per aiutare l’Italia." Potete trovare il documento integrale qui, e la risposta del Ministro Di Maio qui. Alleghiamo anche una tabella, sempre fornita dal CGIE, con i numeri degli italiani all'estero per età e le ipotesi di perdenti lavoro per l'emergenza Covi-19, rientri in Italia, ed eventuale costo di reddito d'emergenza per questi. Per vostra informazione: Il 21 marzo è stato proposto alla Camera un fondo di solidarietà che convinca gli italiani all’estero che si trovano in difficoltà economica a tornare a casa. L’ordine del giorno è stato approvato e passato al Governo, che dovrà decidere se e con quali modalità verrà introdotto il fondo per gli indigenti e disoccupati iscritti all’Aire ma interessati a tornare in Italia. Ricordiamo che gli iscritti all'Aire, secondo quanto previsto dal decreto sul Reddito di Cittadinanza, dovrebbero aspettare due anni prima di ricevere il reddito, e che quindi un sussidio supplementare sarebbe necessario durante questo periodo. Il Decreto Aprile, ora in discussione e atteso entro Pasqua, tratterà anche il sostegno alle famiglie, lavoratori (anche in nero) ed imprese, ma al momento non sembra includere né gli italiani che hanno perso il lavoro all'estero, né coloro in rientro dall'estero. Pubblicheremo il link al decreto approvato non appena questo sarà disponibile. Il progetto è stato avviato dal ComItEs nel giugno 2015 in considerazione: - dell’impossibilità di aprire uno sportello di assistenza pensionistica (patronato) in Nuova Zelanda in assenza di un Accordo di Sicurezza Sociale tra Italia e Nuova Zelanda - dell’esistenza di un simile Accordo, siglato nel 1998 dai rispettivi Ministeri del Lavoro ma mai ratificato dal parlamento italiano - del crescente numero di connazionali che si trasferiscono in Nuova Zelanda per sperimentare esperienze lavorative di lungo periodo. L’analisi preliminare condotta dal Comitato ha evidenziato innanzitutto la totale diversità dei sistemi pensionistici dei due Paesi (in Nuova Zelanda la pensione è legata esclusivamente alla cittadinanza e non dipende da contributi versati dai lavoratori) e la notevole varietà delle situazioni in cui si trovano e verranno a trovarsi in futuro i connazionali. Si devono considerare, infatti, da un lato le numerose riforme del sistema pensionistico italiano succedutesi a partire dal 1996, dall’altro i possibili effetti sulle posizioni individuali derivanti dagli anni di contributi versati in Italia prima del trasferimento in Nuova Zelanda, dal periodo trascorso in Nuova Zelanda, dall’attuale residenza degli interessati. Di particolare importanza, inoltre, la specifica norma pensionistica neozelandese che di fatto “deduce” dalla pensione neozelandese (percepita, come accennato, unicamente in base a requisiti di residenza) eventuali pensioni estere derivanti da schemi di accantonamenti gestiti a livello pubblico, quale in particolare quelle erogate dall’INPS. Ne deriva un disallineamento tra i connazionali che, oltre alla pensione neozelandese, hanno diritto ad una pensione INPS, che verrà dedotta dalla prima pensione, e coloro che ricevono una pensione da organismi “privati”, la cui pensione potrà essere sommata a quella neozelandese. Stante la complessità del ventaglio di situazioni possibili, il Comitato ha deciso pertanto di utilizzare come base di partenza l’Accordo del 1998 per verificarne in primo luogo l’attualità dopo vent’anni dalla stesura originale, e per capire se tale Accordo, con opportune modifiche, possa essere riproposto al fine di: - evitare l’iniquità di trattamento attualmente presente in Nuova Zelanda tra pensioni erogate da enti italiani pubblici o “privati”, anche esplorando la possibilità di includere nell’Accordo lo schema pensionistico volontario denominato Kiwisaver, introdotto in Nuova Zelanda dalla metà degli anni 2000. - garantire, al contempo che i contributi versati dai lavoratori italiani possano essere trasferiti, al fine di preservare i diritti acquisiti o comunque evitare che vadano persi in caso di trasferimento in Nuova Zelanda. L’analisi, affidata ad un consulente esterno, permetterà al Comitato di avere innanzitutto un quadro chiaro dell’attuale situazione e delle possibili soluzioni che potrebbe essere proposte in sede politica per ovviare alle distorsioni individuate nel quadro di rapporti odierno, privo di un Accordo specifico. Al termine del Progetto, infatti, il Comitato disporrà di una nuova bozza di Accordo, da utilizzarsi per dare il via a nuove trattative tra le Autorità competenti dei due paesi, qualora ritenuto opportuno sul piano politico.
Ricordiamo anche che il ComItEs Wellington ha anche aperto uno Sportello INAS per la Nuova Zelanda, il primo settembre 2019 e gestito a titolo volontario dal sig. Roberto Di Denia, ed in seguito si è aggiunto il CAF (Centro Assistenza Fiscale della CISL), che prevede l’erogazione di servizi a favore di persone residenti all’estero. Cari Connazionali, Vi inoltriamo la versione breve del verbale della riunione tenutasi il 9 settembre ad Auckland. Come sempre, troverete la versione integrale del verbale sul nostro sito, alla pagina Documenti, o semplicemente cliccando qui. Coloro che sono iscritti alle nostre liste riceveranno questa comunicazione, ed altre notizie per italiani in Nuova Zelanda, con un comunicato email. Per iscriversi alla nostra mailing list cliccare qui. Vi ricordiamo che la prossima riunione del ComItEs si terrà a Auckland, presso il Freemans Bay Community Centre, il 2 dicembre con inizio alle ore 9:30. Buona lettura, Sandro Aduso Presidente ComItEs Wellington Inc. Riunione ComItEs Wellington 9 Settembre 2018 - Verbale Breve AMMINISTRAZIONE La riunione odierna copre anche la riunione telematica originalmente prevista per il 27 luglio 2018, sospesa per consentire ai consiglieri il tempo necessario per seguire i determinati progetti di cui si parla oggi. Il verbale della scorsa riunione viene approvato e si discute il formato del consuntivo. Preventivo 2019: Il preventivo, distribuito ai membri del comitato in agosto, viene unanimemente approvato. Finanziamenti integrativi MAECI 2018. Richieste per Specifiche Iniziative Inoltrate l’11 giugno 2018: Archivio Digitale Documenti Immigrazione Italiana in Nuova Zelanda: Il MAECI conferma l’accoglimento della nostra richiesta, per l’importo di NZD3,500, per un tecnico IT esterno. Programma Radiofonico Ondazzurra: Il MAECI conferma l’accoglimento della nostra richiesta, per l’importo di NZD4,600 per continuare le trasmissioni di Ondazzurra. PROGETTI Working Holiday Visa Essendo oramai passati alcuni mesi dalle elezioni neozelandesi e italiane, abbiamo riportato la situazione, che seguiamo dal 2015, all’attenzione dell’Ambasciata il 19 agosto 2018. L’Ambasciata ha confermato il 27 agosto 2018 di avere ripresentato la questione della revisione dell’accordo ai Ministeri degli Affari Esteri e del Lavoro, e ci terrà aggiornati sugli sviluppi fra l’Ambasciata e i Ministeri, mentre il ComItEs continuerà ad attivare i propri rappresentanti governativi per l’Oceania e del CGIE: Senatore Giacobbe e Deputato Carè, e Franco Papandrea. Patronati in Nuova Zelanda - Sportello INAS NZ Aggiornamento di Roberto Di Denia, volontario per lo Sportello INAS NZ. Siamo soddisfatti del fatto che lo sportello sia attivo e in utilizzo. Pensioni / Sicurezza Sociale Aggiornamento Dopo l'individuazione dei punti più importanti per un possibile accordo di Sicurezza Sociale tra Italia e Nuova Zelanda, in collaborazione con LILNZ è stato proposto un questionario (survey) agli Italiani che vivono/hanno vissuto in NZ per valutarne le opinioni a proposito. Come si può vedere dai risultati ottenuti la maggioranza dei partecipanti concorda con l'esigenza di poter avere un accordo tra i due Paesi affinchè ci possa essere una maggiore tutela in termini pensionistici sia che si rimanga in NZ sia che si rientri in Italia. Cliccare qui per accedere ai risultati del questionario. Per potere trasmettere ai responsabili dei due governi una traccia di lavoro che riporti le nostre richieste, è già stata individuata una persona in Italia che poi dovrebbe essere affiancata da una neozelandese per la messa a punto del lavoro nelle due lingue. Considerando che il ComItEs e coloro che collaborano strettamente con esso lavorano a titolo completamente gratuito, nei prossimi giorni si verificherà se il fondo MAECI ricevuto a finanziare il progetto sarà sufficiente per coprire i costi di questi due collaboratori/tecnici. Per un approfondito esame della problematica e della ricerca svolta, consultare il verbale integrale della riunione ComItEs. A corollario della discussione, si intende appurare se esiste la possibilità di ottenere un punto di riferimento legale in Italia, possibilmente a costi nulli o limitati, che possa assistere i connazionali che, durante un rientro temporaneo in Italia, abbiano usufruito di assistenza ospedaliera in dichiarata emergenza, e per la quale hanno poi ricevuto fattura dall’ente ospedaliero. Valorizzazione dell'italianità in Nuova Zelanda Presentate le azioni prese fino ad ora, e proposti gli eventi e le attività da promuovere attraverso i nostri canali di network. Programma Radiofonico Ondazzurra Il programma radiofonico Ondazzurra ha raggiunto una tappa significativa: 100 trasmissioni in due anni di attività. Le statistiche di ascolto in podcast continuano a salire e le trasmissioni si possono ascoltare ogni momento ciccando qui. Cogliamo l'occasione per ringraziare il MAECI (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) che sovvenziona il programma. Progetto Archivio Digitale dell'Immigrazione Italiana in NZ (ADDII in NZ) Il Comites ha ottenuto un contributo integrativo di NZ$3.500 dai fondi residui MAECI alla voce “approfondire le vicende storiche dell'emigrazione italiana, in particolare quelle che presentino ancora forti elementi di attualità”, da utilizzare per un supporto IT esterno. Le persone interessate potranno contattare, entro il 31 ottobre, la coordinatrice del progetto, allegando il loro CV: wilma.laryn@comitesnz.com La versione integrale del bando di ricerca è disponibile qui. VARIE ED EVENTUALI Nuova offerta didattica presso l’Università di Auckland Gabriella Brussino presenta ITALIAN 100 / G Introductory Italian Language, un nuovo corso blended learning che verrà offerto nel primo semestre (marzo) 2019 agli studenti del primo anno, agli studenti di General Education e agli studenti che si iscrivono ai corsi universitari attraverso il programma Young Scholars. FAST-IT e Rilevamento impronte digitali L’ambasciata ha recentemente aderito all’iniziativa per l’accesso telematico ad alcuni servizi consolari, Fast-It. Gli utenti possono accedere al portale tramite il sito dell’ambasciata a questo link, o tramite il sito della Farnesina a questo link. Il servizio dà la possibilità di iscrizione all’AIRE, comunicare un cambio di indirizzo, e prenotare un appuntamento. Inoltre l’ambasciatore comunica che i consoli onorari di Christchurch e Auckland sono adesso in grado di trasmettere telematicamente le impronte digitali rilevate. La riunione chiude alle 12:30 Sondaggio sondaggio sull'Accordo in materia di Sicurezza Sociale tra Italia e Nuova Zelanda Dal 26 agosto al 3 settembre 2018 è stato lanciato un sondaggio sull'Accordo in materia di Sicurezza Sociale tra Italia e Nuova Zelanda organizzato dal Com.It.Es. Wellington e da #lilnz. In meno di dieci giorni abbiamo ottenuto risposte da 206 partecipanti, un risultato che consideriamo ottimo per la Nuova Zelanda, e che conferma quanto questo problema sia sentito dagli italiani. Ringraziamo Leaving Italy Leaving New Zealand (LILNZ), ed in particolare Viviana Zanetti, per la preziosa collaborazione, l'entusiasmo e le numerose ore di lavoro dedicate a questo progetto. Cliccare qui per visionare i risultati del sondaggio. Cari connazionali,
Vi invitiamo a prendere parte ad un sondaggio sul tema della Sicurezza Sociale tra Italia e Nuova Zelanda, pensato per gli italiani che vivono o hanno vissuto in questo paese ed organizzato dal Comites Wellington e LILNZ. Cliccare qui per accedere al questionario. Vi preghiamo di completare il questionario, che richiede pochi minuti, entro le ore 17:00 (NZ Time) del 3 Settembre 2018. Note for English speakers: The text above is an invitation to take part in a survey about Social Security for Italians in New Zealand, it is therefore in Italian language only. Feel free to forward to Italian passport holders who speak the language, if you know any. Thank you for your collaboration. Per saperne di più: Per "sicurezza sociale" si intende l'insieme di interventi pubblici finalizzati all'erogazione di misure in favore dei cittadini che si trovano in condizioni di bisogno. Possono essere misure che rispondono a bisogni immediati e contingente, e in quel caso si parla di assistenza sociale (assistenza sanitaria, disoccupazione, incidenti sul lavoro...) oppure preventive, focalizzate sul "futuro", come le pensioni. Il sistema di sicurezza sociale italiano è impostato su due forme di tutela: 1. da un lato la tutela degli inabili e degli indigenti e 2. dall'altro la tutela dei lavoratori, fondata sul principio che alla prestazione lavorativa svolta corrisponde il trattamento pensionistico maturato a seguito del versamento dei contributi. SICUREZZA SOCIALE PER CITTADINI ITALIANI TRASFERITI IN NUOVA ZELANDA Nel caso il cittadino italiano si trasferisca all'estero, l'emigrazione - di norma - spezza la continuita' della contribuzione creando un buco nella sua storia lavorativa. Le convenzioni internazionali bilaterali sono un modo per garantire una maggiore tutela dei lavoratori emigrati all'estero. Per "sicurezza sociale internazionale" si intende, quindi, la protezione sociale dei cittadini di un Paese residenti abitualmente in un altro Paese, garantita attraverso una regolamentazione internazionale. LE PENSIONI PER I LAVORATORI ITALIANI CHE SI SPOSTANO IN NUOVA ZELANDA TEMPORANEAMENTE O PERMANENTEMENTE. Per sinteticità, possiamo dividere gli italiani in 4 categorie: 1 - emigrati che in Italia non hanno mai lavorato o hanno lavorato per meno di 20 anni che rimangano in Nuova Zelanda; 2 - emigrati che in Italia non hanno mai lavorato o hanno lavorato per meno di 20 anni che un giorno tornano a lavorare in Italia; 3 - emigrati che in Italia hanno lavorato e versato contributi sufficienti per raggiungere una pensione e che hanno maturato anche il diritto alla Superannuation che decidono di restare definitivamente in Nuova Zelanda. 4 - emigrati che in Italia hanno lavorato e versato contributi sufficienti per raggiungere una pensione e che hanno maturato anche il diritto alla Superannuation neozelandese e che - dopo il pensionamento - tornano a vivere in Italia. Attualmente, non esistendo nessuna convenzione tra Italia e Nuova Zelanda in materia di sicurezza sociale, chi ha lavorato in Italia per meno di 20 anni (che sono gli anni di anzianità contributiva per poter aver diritto alla “pensione di vecchiaia”, molti di più ne servono per la “pensione di anzianità”, comunque ora abolita con la riforma Fornero) concludendo la propria carriera in Nuova Zelanda, di fatto perde gli anni di contributi versati in Italia, a meno che non versi volontariamente contributi per raggiungere il minimo dei 20 anni. La radicale differenza tra il sisema Italiano (contributivo) e quello neozelandese, (universale, cioè regolato per ora solo dall’ottenimento della residenza permanente e dal numero di anni trascorsi in NZ e svincolato da alcun tipo di contributi o trattenute sugli stipendi), insieme alla mancanza di una convenzione, rendono impossibile il “cumulo” tra il periodo lavorativo italiano e quello neozelandese. (la cosiddetta la totalizzazione dei periodi di assicurazione e contribuzione). Nel primo caso, quindi, i contributi precedentemente versati in Italia vengono persi. Nel secondo caso, gli anni di lavoro in Nuova Zelanda non hanno titolo per essere calcolati in Italia almeno come anni di anzianita' ai fini dei calcoli pensionistici. (Per esempio, con un accordo, 20 anni di contributi versati in Italia + 15 anni lavorati in Nuova Zelanda potrebbero diventare una pensione di 35 anni di anzianita’ calcolabile su 20 anni di contributi). Attualmente, il cittadino Italiano residente in Nuova Zelanda potrà eventualmente avere diritto alla Superannuation, sempre che nel frattempo sia diventato per la nazione di adozione cittadino o residente e vi abbia trascorso almeno 10 anni della propria vita da quando ne ha compiuti venti, cinque dei quali dopo i cinquanta. La Superannuation è un contributo governativo versato a tutti i cittadini e reisidenti di lungo corso in Nuova Zelanda che abbiano raggiunto l'età pensionbile (65 anni al momento). È indipendente da precedenti attività lavorative, contributi versati (in Nuova Zelanda non trattengono parte dello stipendio ai fini pensionistici), redditi e situazione finanziaria. La Superannuation viene corrisposta anche se il cittadino o il residente hanno una pensione privata che garantisce loro una rendita mensile (come il Kiwisaver, che è una pensione privata che il lavoratore può scegliere di attivare in Nuova Zelanda ma che non è obbligatoria). Il cittadino italiano che ha versato contributi sufficienti per avere diritto alla pensione italiana, cumulerà pensione italiana e Superannuation. Tuttavia, l'importo della pensione "overseas" verrà detratto da quello della sua Superannuation (soltanto se erogata dallo Stato o da un ente governativo). La decurtazione della Superannuation opererà anche nei confronti di quella del partner nel caso in cui la pensone governativa overseas superi la quota della Superannuation del titolare dell'assegno. INTERESSANTE notare che la compensazione tra Superannuation e altro tipo di pensione non opera nel caso in cui un soggetto abbia diritto alla Superannuation e a una rendita derivante dal Kiwisaver (pensione privata). La compensazione non opera neppure nel caso in cui la pensione overseas sia erogata da un istituto privato. Al momento, in assenza di accordo, nel caso in cui un cittadino italiano - dopo l'ottenimento della Superannuation - torni a vivere in Italia per meno di 26 settimane all’anno, la Nuova Zelanda continunuerà a pagargli la Superannuation in toto, mentre in misura proporzionale agli anni passati in NZ da cittadino/residente se si rientra in modo permanente (piu’ di 26 settimane/anno). Per i Paesi con i quali la Nuova Zelanda ha firmato accordi in materia di sicurezza sociale sono previste alcune particolarità che dipendono dal Paese e dal contenuto dell'accordo bilaterale. Per chi fosse interessato alla questione della sicurezza sociale e delle pensioni italiane in Nuova Zelanda condividiamo il link di NZ Pension Protest, un sito creato da Sissi Stein-Abel, giornalista freelance, tedesca e residente a Christchurch.
Il sito è in inglese e riporta informazioni e notizie sulla situazione attuale per i pensionati che ricevono pensioni dall'estero, sui diversi accordi di sicurezza sociale fra la Nuova Zelanda e vari paesi esteri, e sulle attività del gruppo di azione Support Pension Project. Sissi è stata anche intervistata per un articolo sul NZ Herald, sezione Business, nel 2016, riguardo la NZ Superannuation in relazione alle pensioni estere. Potete trovare l'articolo qui. ISTITUZIONE DI UN SERVIZIO DI PATRONATO IN NUOVA ZELANDA – PUNTO INAS (MELBOURNE)
Il Comites Wellington si e' fatto parte attiva da piu` di un anno per sollecitare un servizio di patronato in Nuova Zelanda. Dato il numero ristretto di possibili clienti, nessun patronato tra i vari che sono stati consultati, si e` dichiarato disponibile a sostenere la spesa di costituire e registrare una nuova associazione. Tuttavia l’INAS (Istituto Nazionale Assistenza Sociale) di Melbourne e` disponibile ad operare tramite un collaboratore volontario locale e creare un “Punto Inas” al quale rivolgersi per ottenere qualsiasi tipo di informazione in materia di Welfare. Ciro Fiorini, National Director, INAS Australia, ha indicato: “la procedura che seguiremo per creare un punto di intervento Inas: · identificare un volontario al quale sarà richiesto di firmare un contratto di collaborazione con l’Inas al fine di tutelare lui stesso verso il servizio che darà all’assistito · invio di un corso di formazione al candidato per acquisire un concetto generale sul sistema previdenziale italiano · io stesso sarò il punto di riferimento per il candidato per qualsiasi tipo di informazione · bisognerà identificare la tipologia degli interventi al fine di poter fornire una formazione mirata a soddisfare le richieste · al candidato verranno date delle schede da seguire per gli interventi più comuni. Se non sbaglio al momento vengono pagate in New Zeland circa 900 pensioni. Io ritengo che al volontario non necessiterà più di un’ora alla settimana. Non possiamo dare rimborso a quota fissa ma senz’altro se il progetto avrà un riscontro verrà dato un contributo annuale al candidato o all’associazione che rappresenta.” In pratica, la responsabilita` di fornire informazioni corrette all’utente e la gestione delle pratiche sara` dell’INAS di Melbourne; il collaboratore dovra` ascoltare le varie richieste, fornire le carte da riempire, e inviare a Melbourne le pratiche che necessitano di informazioni particolari. Il contributo annuale di cui parla Fiorini si riferisce solo alle pratiche che richiedono una procedura, non alla semplice richiesta di informazioni da parte degli utenti del servizio. Il “Punto INAS Nuova Zelanda” verrebbe avviato in via sperimentale, per un periodo definito (6 ~ 12 mesi). Lo stesso Dr Fiorini sara` disponibile a fare un po’ di formazione al possibile candidato, e fornire una base informatica per comunicare con l’ufficio di Melbourne (PC, Stampante, internet). Le persone interessate possono rivolgersi direttamente al Dr Fiorini: melbourne@inas.com.au Ph. +61-3 9480 3094 Fax. +61-3 9480 5813 Oppure contattare il Comites: wilma.laryn@comitesnz.com |
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Giugno 2022
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