Il progetto è stato avviato dal ComItEs nel giugno 2015 in considerazione: - dell’impossibilità di aprire uno sportello di assistenza pensionistica (patronato) in Nuova Zelanda in assenza di un Accordo di Sicurezza Sociale tra Italia e Nuova Zelanda - dell’esistenza di un simile Accordo, siglato nel 1998 dai rispettivi Ministeri del Lavoro ma mai ratificato dal parlamento italiano - del crescente numero di connazionali che si trasferiscono in Nuova Zelanda per sperimentare esperienze lavorative di lungo periodo. L’analisi preliminare condotta dal Comitato ha evidenziato innanzitutto la totale diversità dei sistemi pensionistici dei due Paesi (in Nuova Zelanda la pensione è legata esclusivamente alla cittadinanza e non dipende da contributi versati dai lavoratori) e la notevole varietà delle situazioni in cui si trovano e verranno a trovarsi in futuro i connazionali. Si devono considerare, infatti, da un lato le numerose riforme del sistema pensionistico italiano succedutesi a partire dal 1996, dall’altro i possibili effetti sulle posizioni individuali derivanti dagli anni di contributi versati in Italia prima del trasferimento in Nuova Zelanda, dal periodo trascorso in Nuova Zelanda, dall’attuale residenza degli interessati. Di particolare importanza, inoltre, la specifica norma pensionistica neozelandese che di fatto “deduce” dalla pensione neozelandese (percepita, come accennato, unicamente in base a requisiti di residenza) eventuali pensioni estere derivanti da schemi di accantonamenti gestiti a livello pubblico, quale in particolare quelle erogate dall’INPS. Ne deriva un disallineamento tra i connazionali che, oltre alla pensione neozelandese, hanno diritto ad una pensione INPS, che verrà dedotta dalla prima pensione, e coloro che ricevono una pensione da organismi “privati”, la cui pensione potrà essere sommata a quella neozelandese. Stante la complessità del ventaglio di situazioni possibili, il Comitato ha deciso pertanto di utilizzare come base di partenza l’Accordo del 1998 per verificarne in primo luogo l’attualità dopo vent’anni dalla stesura originale, e per capire se tale Accordo, con opportune modifiche, possa essere riproposto al fine di: - evitare l’iniquità di trattamento attualmente presente in Nuova Zelanda tra pensioni erogate da enti italiani pubblici o “privati”, anche esplorando la possibilità di includere nell’Accordo lo schema pensionistico volontario denominato Kiwisaver, introdotto in Nuova Zelanda dalla metà degli anni 2000. - garantire, al contempo che i contributi versati dai lavoratori italiani possano essere trasferiti, al fine di preservare i diritti acquisiti o comunque evitare che vadano persi in caso di trasferimento in Nuova Zelanda. L’analisi, affidata ad un consulente esterno, permetterà al Comitato di avere innanzitutto un quadro chiaro dell’attuale situazione e delle possibili soluzioni che potrebbe essere proposte in sede politica per ovviare alle distorsioni individuate nel quadro di rapporti odierno, privo di un Accordo specifico. Al termine del Progetto, infatti, il Comitato disporrà di una nuova bozza di Accordo, da utilizzarsi per dare il via a nuove trattative tra le Autorità competenti dei due paesi, qualora ritenuto opportuno sul piano politico.
Ricordiamo anche che il ComItEs Wellington ha anche aperto uno Sportello INAS per la Nuova Zelanda, il primo settembre 2019 e gestito a titolo volontario dal sig. Roberto Di Denia, ed in seguito si è aggiunto il CAF (Centro Assistenza Fiscale della CISL), che prevede l’erogazione di servizi a favore di persone residenti all’estero. Viviana Zanetti e la squadra di Leaving Italy, Living New Zealand hanno lanciato una petizione online su change.org mirata a sottoporre all'attenzione del Governo e del parlamento italiani le esigenze dei molti italiani residenti in Nuova Zelanda e fare pressione per ratificare un accordo bilaterale in materia di sicurezza sociale e previdenza tra Italia e Nuova Zelanda. Il Comites ha particolarmente a cuore questo tema ed è già attivo nel fare pressione verso le istituzioni italiane. Per raggiungere l'obiettivo pensiamo sia importantissimo dimostrare concretamente l'interesse e il coinvolgimento della Comunità italiana su questo tema. Per questo sosteniamo convintamente questa petizione e invitiamo tutti a firmare. Questo il link della petizione, dove potrete trovare maggiori dettagli: https://www.change.org/p/v-accordo-di-sicurezza-sociale-fra-italia-e-nuova-zelanda Firmate! La questione delle pensioni, ed in particolare la ricongiunzione dei periodi contributivi maturati in Italia e in Nuova Zelanda per l’acquisizione del diritto ad un’unica pensione, è uno dei più sentiti dagli Italiani residenti in Nuova Zelanda.
Clicca su 'Leggi altro' per leggere la lettera inviata oggi all'Ambasciatore Carmelo Barbarello e all'On. Marco Fedi (Eletto nella circoscrizione Asia-Africa-Oceania-Antartide, membro della III Commissione Affari Esteri e Comunitari) a riguardo. |
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Giugno 2022
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